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giovedì 3 marzo 2011

PICCOLI BULLI CRESCONO...



Oggi vogliamo occuparci del Bullismo nelle scuole!
“Un comportamento da bullo è un tipo di azione che mira deliberatamente a ferire; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni ed è difficile per coloro che ne sono vittime difendersi. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c’è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare.
Il bullismo assume forme differenti:
- fisiche: colpire con pugni o calci, appropriarsi di, o rovinare, gli effetti personali di qualcuno;
- verbali: deridere, insultare, prendere in giro ripetutamente, fare affermazioni razziste;
- indirette: diffondere pettegolezzi fastidiosi, escludere qualcuno da gruppi di aggregazione.
Le vittime dei bulli hanno vita difficile, possono sentirsi oltraggiate, possono provare il desiderio di non andare a scuola. Nel corso del tempo è probabile che perdano sicurezza ed autostima, rimproverandosi di “attirare” le prepotenze dei loro compagni. Questo disagio può influire sulla loro concentrazione e sul loro apprendimento. Alcuni bambini possono presentare sintomi da stress: mal di stomaco e mal di testa, incubi o attacchi d’ansia. Altri si sottrarranno al ruolo di vittima designata dei bulli marinando la scuola. Altri ancora possono persino sviluppare il timore di lasciare la sicurezza della propria casa.”
Ai bulli è sufficiente uno sguardo minaccioso indirizzato alle loro vittime per sottolineare la propria supremazia. Fare il bullo, in sintesi, significa dominare i più deboli con atteggiamenti aggressivi e prepotenti, sottoporre a continue angherie e soprusi i compagni di classe o di giochi fisicamente e caratterialmente più indifesi. Nella scuola, tale fenomeno trova sicuramente terreno fertile ed è fondamentale, quindi, che proprio la scuola coinvolga attivamente tutti i ragazzi nel trattare questo argomento e li incoraggi a prestare maggiore attenzione al comportamento singolo di ogni compagno e ad intervenire quando assistono a soprusi ai danni di altri alunni. Ecco la prevenzione come strumento di educazione e di consapevolezza che induce al rifiuto progressivo del fenomeno bullismo e alla promozione di maggior collaborazione tra docenti, operatori scolastici e alunni.
Un mirato intervento anti-aggressione, con tempi differenti perché differenti tra loro le singole realtà scolastiche, porta sicuramente alla riduzione del numero di vittime dei bulli e alla durata di episodi di bullismo quando questi si verificano, all’aumento del numero di alunni che denunciano i fatti e a quelli pronti ad intervenire in difesa dei compagni. E’ importante, inoltre, che nei ragazzi sia viva la convinzione che si stia facendo veramente qualcosa di concreto per fermare i compagni prepotenti e che percepiscano l’ambiente scolastico sereno e più sicuro.

Noi ci siamo posti una domanda, di chi è la colpa di tutto questo?

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