Un tecnico in servizio presso la centrale di Fukushima è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale del Iwaki, dopo essere stato trovato nel dormitorio presso l'impianto in stato di coma per cause non ancora chiarite. L'uomo, di poco più di 40 anni, aveva accusato un malore, in base a quanto riferito dai media nipponici, dopo aver passato gran parte della giornata a spruzzare sostanze sintetiche, usate per imbrigliare le particelle radioattive rilasciate dalla struttura devastata dal sisma/tsunami dell'11 marzo e prevenire così la loro dispersione nell'ambiente.
GLI OPERAI: MEGLIO LE RADIAZIONI CHE PERDERE IL LAVORO - Le precarie condizioni di lavoro e il rischio delle radiazioni nucleari non tengono lontani da Fukushima i tanti operai giapponesi che, alle prese con una grave crisi economica, arrivano da tutto il Paese per lavorare all'impianto pesantemente danneggiato dal terremoto-tsunami dell'11 marzo scorso. Avvolti da pesanti tute e maschere soffocanti, con turni di tre ore ai quali si sommano lunghe attese per adottare misure protettive, questi lavoratori passano le giornate accanto ai reattori, tra il timore di un nuovo incidente e il monitoraggio costante dei livelli delle radiazioni.
Dei 2.500 lavorati all'impianto - racconta il New York Times - tutti, tranne 300, sono stati ingaggiati tramite subappaltatori, una condizione che si traduce in precaria sicurezza sul lavoro e minori assicurazioni per infortuni, oltre che paghe inferiori rispetto ai dipendenti della Tokyo Electric, proprietaria dell'impianto. Quest'ultima, accusa l'esperto della Showa Women's University, Takeo Kinoshita, "passa il rischio sui piccoli subappaltatori, che sono meno in grado di assicurare adeguatamente la salute dei lavoratori". "Ti svegli, vai all'impianto, torni indietro, mangi, ti lavi e vai a dormire. Non c'e' tempo per fare altro" ha raccontato un giovane operaio di 20 anni. Ma, nonostante tutto, molti sono contenti di aver trovato lavoro a Fukushima, sottolineando come nelle loro citta' natie ci sia difficolta' a trovare buoni impieghi. Inoltre, complice la ricostruzione, la zona disastrata dallo tsunami, nel nord-est del Giappone, sara' a lungo una fonte inesauribile di occupazione. "Alla mia eta' - sottolinea un operaio 60enne - e' troppo tardi per fare qualcos'altro, e ci sara' molto lavoro da fare qui intorno per molto tempo".
TRE MESI DAL SISMA, IL BILANCIO - A tre mesi dal terremoto e lo tsunami in Giappone, mentre sono 94000 le persone ancora sfollate, Save the Children lancia un piano in 5 anni per l'uscita dall'emergenza e la ricostruzione nelle prefetture di Miyagi, Iwate e Fukushima. Il piano terrà conto anche delle idee e suggerimenti dei bambini. Sin dalle ore successive al devastante sisma e allo tsunami, il team di emergenza di Save the Children è intervenuto nelle aree più colpite di Miyagi e Iwate allestendo 19 "spazi a misura di bambino" grazie ai quali - attraverso attività ricreative ed educative - i bambini potessero riacquistare un senso di normalita'. Con la progressiva chiusura dei centri di evacuazione, sono al momento 5 gli "spazi a misura di bambino" ancora in funzione, a beneficio di quasi 1000 bambini a Miyagi e Iwate.
Save the Children inoltre ha assicurato ulteriori aiuti: teatri mobili allestiti nel vano di carico di Tir, dove mettere in scena delle piccole rappresentazioni;bagni temporanei per scuole i cui servizi idrici siano stati danneggiati; kit igienici per famiglie sfollate e kit scolastici per il rientro a scuola dei bambini.
L'ong sta inoltre garantendo i pasti quotidiani in 20 asili e scuole elementari, a beneficio di circa 3 milabambini. La partecipazione dei minori e la considerazione del loro punto di vista sarà quindi il pilastro portante della strategia quinquennale di intervento, messa a punto da Save the Children, in risposta al terremoto e allo tsunami. In particolare l'organizzazione promuovera' la creazione di 70 club di bambini e 7 Centri di partecipazione ("La voce di Tohoku"): luoghi e spazi all'interno dei quali i minori possano riunirsi ed elaborare i loro suggerimenti per la ricostruzione.
Save the Children inoltre porterà avanti interventi per la protezione e l'istruzione dei bambini e adolescenti colpiti dal terremoto e dallo tsunami: provvederà per esempio ad assicurare spazi di gioco per i bambini, compresi quelli che vivono a Fukushima e che non possono giocare all'aperto a causa delle radiazioni; Save the Children poi continuera' a supportare i servizi all'infanzia, affinché siano in grado di assicurare assistenza adeguata a bambini e adolescenti; darà supporto finanziario per il proseguimento degli studi a quei bambini i cui genitori hanno perso il lavoro a seguito del sisma; sosterra' le scuole colpite; fornirà micro credito e finanziamenti ad associazioni locali, affinche' sviluppino programmi e interventi a sostegno delle comunità.
"Save the Children si è resa conto che i bisogni cambiano a seconda delle zone colpite e dunque sta modulando il proprio intervento tenendo conto delle diverse necessità di ogni area. Inoltre continueremo ad ascoltare e consultare i bambini con le rispettive famiglie e faremo in modo che le loro idee siano tenute in conto nelle varie attivita' e interventi e nel processo di ricostruzione", spiega Hiro Miyashita, Responsabile Emergenze di Save the Children. "Save the Children e' intervenuta in soccorso di migliaia di bambini sin dalle prime terribili ore e continuera' a stare al loro fianco nella lunga strada verso la ricostruzione".
Fonte : Affaritaliani.it
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